Tra reticoli di crepe e varchi di luce

Tra reticoli di crepe e varchi di luce

Ho dentro
un piccolo paese
abbandonato
un reticolo di crepe
dove ho scavato
prigioni di solitudine
lasciando che le stagioni
mi percorressero.
Ero talmente convinta
di non poter essere amata
da non amarmi
e da chiudere porte e
finestre con tutti
i chiavistelli possibili.
Ho seguito il silenzio
che mi parlava di vento,
di fiumi, di terra, di
sogni perduti
prima di essere nati.
Ed allora ho cercato
la fragile salvezza
dei sopravvissuti
tra le mie ferite
ho posto a fatica
varchi di aria
e di luce.
Sono miei, tengono
sono la speranza
e la poesia che m’accompagna.

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Dott. Paolo Molino
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